Afrodite madre di Eros

Tra i mille amori di Afrodite deve essere considerato anche quello per Eros, essenza stessa dell'amore di cui il mito lo consacra Dio. Ma il suo fu un amore diverso perché la versione più accreditata del mito vuole che la sensuale Afrodite sia stata la madre di Eros mentre il padre per taluni era Ermete, per altri il bellicoso Ares ed infine per altri ancora lo stesso Zeus che vinto dalla passione non si fermò neanche davanti all'incesto, per il rapporto con la sorella del padre qualora si consideri Afrodite nata dal seme di Urano caduto nel mare dopo essere fuoriuscito dai testicoli quando gli furono tagliati da Crono, oppure con una figlia se si accetta che Afrodite abbia avuto come madre la Titana Dione.

Lekythos attico a figure rosse, Afrodite nutre Eros allattandolo al seno, IV se. a.C.

Lekythos attico a figure rosse, Afrodite nutre Eros allattandolo al seno, IV se. a.C.

Diversamente é per Eros che nella cosmogonia arcaica è molto di più che il figlio della dea della sessualità feconda: è il motore stesso dell'universo e figlio del Vento che pose il suo seme in Nyx, Notte, l'antica dea più potente dei Titani e degli Olimpi. Per gli orfici Eros nacque dal grande uovo d'argento, il colore della luna, che la Notte depose nell'oscurità ed a cui la madre diede il nome Ericepeo, “colui che si nutre d'erica”, e di Fetonte Protogeno. La madre lo crebbe in una grotta mostrandosi via via come Notte e poi Ordine e poi Giustizia. Mentre nella grotta Fetonte Protogeno compiva la costruzione dell'universo affinchè nulla turbasse la creazione, Rhea la dea madre seduta all'esterno vigilava battendo ritmicamente sul tamburo di bronzo per tenere lontani gli spiriti maligni. Intanto Eros-Fanete – evoluzione di Fetonte Protogeno - creò la terra, il cielo, il sole e la luna e pose l'universo sotto il dominio di Nyx, colei che lo aveva generato con quattro teste. La divinità aveva ali d'oro e quattro teste di animali, quelli che presiedono le stagioni: l'ariete per la primavera, il leone per l'estate, il serpente l'autunno ed il toro l'inverno e dopo il suo sacrificio sarebbe arrivato l'Anno Nuovo che per gli antichi iniziava con l'equinozio di primavera.
Esiodo nella Teogonia (116-122) pone Eros come la divinità apparsa dopo Chaos e Gaia con il sotterraneo Tartaro:

… poi Eros, il più bello fra gli immortali,
/ che rompe le membra, e di tutti gli dei e di tutti gli uomini
/ doma nel petto il cuore e il saggio consiglio.

Per Esiodo dunque, Eros è entità fisica e divinità insieme mentre Afrodite è una divinità di “seconda generazione” in quanto discendenza di Urano a cui il figlio crono tagliò i genitali e poi:

... li gettò dalla terra nel mare molto agitato,
e furono portati al largo, per molto tempo; attorno bianca
la spuma dall'immortale membro sortì, e da essa una figlia
nacque, e dapprima a Citera divina
giunse, e di lì poi giunse a Cipro molto lambita dai flutti;
lì approdò, la dea veneranda e bella, e attorno l'erba
sotto gli agili piedi nasceva; lei Afrodite
/ chiamano dei e uomini ...

Quando la Grecia divenne terra di conquista degli Elleni, il mito di Eros fu reinterpretato e sebbene egli rimase Dio dell'amore, lo fu nell'accezione ridotta di amore sensuale ed anche la storia della sua nascita venne riscritta: divenne il figlio di Afrodite, e non poteva essere altrimenti, nato ddalla sua passione ricambiata per Ares il dio della guerra. Era un figlio nato dal tradimento, un figlio nato fuori dalle regole e che forse anche per questo non le rispettava. Era un dio armato, per retaggio paterno, con arco e frecce con le quali colpiva facendo nascere l'amore gli uomini, gli eroi ed anche gli dei.
Il legame tra Afrodite ed Eros fu forte ed anzi egli spesso diveniva strumento delle ingerenze della madre nelle vicende degli dei e degli uomini, un messaggero che colpiva su suo ordine ma anche a servizio di altri intrecci capaci di stravolgere le vicende della Grecia arcaica. É' il caso dell'intervento che venne richiesto ad Eros perché l'impresa degli Argonauti andasse a buon fine: doveva far innamorare Medea di Giasone così che l'eroe potesse portare a termine l'impresa.
La storia venne architettata da Apollonio Rodio nelle Argonautiche; Giasone ha bisogno di un aiuto per riuscire a rubare il Vello d'Oro ed allora la sua dea protettrice Hera si rivolge ad Afrodite perché mandi il piccole Eros a scoccare la freccia e far nascere in Medea l'amore per Giasone. Proprio Apollonio per sviluppare la vicenda si assume il compito di delineare i due personaggi che la animano, Afrodite ed Eros ed il loro complicato rapporto. Madre e figlio si rappresentano agli altri al di fuori degli schemi dell'archetipo madre-figlio, la dea dell'amore esterna la sua insofferenza verso il figlio proprio con Hera che, protettrice di Giasone, si reca da lei per chiedere che faccia intervenire il figlio per il successo dello stratagemma amoroso.
Afrodite si lamenta della sfrontatezza tipicamente infantile di Eros, un figlio difficile da educare, irrispettoso anche verso gli altri dei tanto che Afrodite, rivelando un tratto più materno nel rapporto, ha paura che il bimbetto possa essere punito severamente dagli altri dei.
Tuttavia quello che prevale è un sentimento d'insofferenza perchè il figlio è così dispettoso che non ha riguardi neanche per la madre.

Afrodite ed Eros, terracotta da Tanagra in Beotia. 325-275 a.C. - Museo Hermitage, Pietroburgo RU

Afrodite ed Eros, terracotta da Tanagra in Beotia. 325-275 a.C. - Museo Hermitage, Pietroburgo RU

Per descrivere i sentimenti materni nel III Libro delle Argonautiche, Apollonio Rodio fa dire ad Afrodite (traduz. Guido Capuano):

Ho pensato, addirittura
non potendone più della sua cattiveria
di fargli a pezzi, in sua
presenza, l'arco e le frecce,
tali minacce mi ha scagliato
nella sua collera:
se non tenevo ferme le mani,
quando ancora era capace
di dominare la rabbia, poi
avrei avuto a pentirmene.

Così se è vero che Eros è spesso strumento delle vendette di Afrodite o delle sue ingerenze nella vita dei mortali, è anche vero che Eros il suo potere di far scoccare l'innamoramento, se non l'amore, lo usa anche nei confronti della madre.
In molti miti Eros mette la sua impertinenza al servizio di Afrodite come quando, obbedendo a sua madre, scaglia la sua freccia e colpisce Smirna facendola innamorare di suo padre Cinira; poco importa che quell'ordine dato ad Eros colpisca un'innocente: questa è la vendetta trasversale di Afrodite offesa perchè Cancreide, la madre di Smirna, si vantava di aver avuto una figlia più bella della dea. La bellezza di Smirna verrà punita con la morte ma dall'atto d'amore rubato nascerà il più bello degli uomini, Adone, e della sua bellezza diventerà a sua volta vittima la stessa Afrodite.
Infatti, uno dei temi ricorrenti del mito di Aphrodite madre di Eros e la punizione che la dea infligge al figlio; Afrodite che picchia Eros illustra la patetica vendetta della dea che non può far niente dinnanzi alla forza incontrollabile dell'Amore. La rabbia di Afrodite che non riesce a sottrarsi all'incontrollabile desiderio che risveglia Eros nel suo essere divino così è descritto da Luciano da Samosata nell'opera Dialoghi degli Dei:

Quello (Eros) é un prepotente. Sapessi che cosa ha fatto anche a me, che sono sua madre, costringendomi anche a scendere ora sull'Ida per via di Anchise troiano, ora sul Libano per via di quel giovinetto assiro ( Adone) … Sono giunta al punto di minacciarlo più volte di spaccargli l'arco e la faretra e di strappargli anche le ali, se non la smette di fare certe cose; e già l'ho sculacciato con il sandalo. Ma lui, non so come, timoroso lì per lì e supplicante, poco dopo s'é già dimenticato tutto - (trad. Vincenzo Longo)

Afrodite pronta a picchiare Eros a colpi di sandalo, lebete nuziale datato 340/330 a.C. - Museo archeologico nazionale di Taranto IT

Afrodite pronta a picchiare Eros a colpi di sandalo, lebete nuziale datato 340/330 a.C. - Museo archeologico nazionale di Taranto IT

Eppure Afrodite ed Eros hanno un carattere comune, la sfrontatezza dei loro impulsi che hanno la stessa origine perchè entrambi sono divinità della prima ora che assommano in sé tutte le forze generatrici. Per molto tempo il mito di Eros fu strettamente connesso con quello di Afrodite, tanto che ancora nel Symposio Platone affermerà che non c'è Afrodite senza Eros e, per esatta corrispondenza, non c'é Eros senza Afrodite.
In realtà il rapporto Afrodite-Eros da Omero ed Esiodo in poi altro non è che la reinterpretazione del mito della dea con il suo paredro, un mito fortemente connotato dalla sessualità e dall'erotismo che si trasforma e si sostanzia negli strumenti del dio dell'amore, le frecce e l'arco.

Statuina in terracotta raffigurante Afrodite con Eros, II secolo a.C  - Museo Archeologico di Atene EL

Statuina in terracotta raffigurante Afrodite con Eros, II secolo a.C - Museo Archeologico di Atene EL

Il complesso rapporto Afrodite – Eros si trasforma quando se ne appropria Ovidio che nelle Metamorfosi riserva alla dea il ruolo di istigatrice ed al figlio quello di esecutore delle volontà materne. Nell'antefatto del Ratto di Proserpina – così i romani chiamarono Persefone - quando Venere Erycina – Afrodite … - vede il dio degli Inferi Dite/Ade aggirarsi nel suo regno controllando i danni causati dalla caduta di Tifeo, manda Cupido/Eros a scagliare le sue frecce a cui anche il dio soccombe. Dite vede Proserpina/Persefone passeggiare lungo le rive del Lago Pergus e assalito da un raptus di desiderio la strappa al suo mondo. Ma gli strali di Cupido sono anche per Proserpina/Persefone che, dopo la paura e il dolore per essere stata strappata alla sua vita ed a sua madre, cede alle lusinghe di Dite. Ed ancora è sempre Persefone che quando vide il bambino bellissimo, che Afrodite le aveva affidato chiuso dentro una cassa, se ne innamorò e poiché lo voleva solo per sé, come pure Afrodite, fu lite tra le due dee che chiesero a Zeus di decidere con chi doveva stare Adone.
Secondo una versione tarda del mito – attribuita a Niceta Coniata storiografo del XII secolo d.C. - Afrodite dopo il parto si prese cura di questo figlio ma si accorse ben presto che non cresceva, si comportava sempre come un bambino capriccioso ed allora si lamentò di questo con la Dea Temi che le spiegò che non sarebbe cresciuto finchè non avesse avuto un fratello. Questo fu il motivo per cui Aphrodite ed Ares generarono Anteros, l'amore che per crescere ha bisogno di essere corrisposto.

Eros ed Anteros, affresco dalla Casa dell'amore punito in Pompei ITA

Eros ed Anteros, affresco dalla Casa dell'amore punito in Pompei ITA

Con Anteros al suo fianco finalmente Eros cominciò a crescere ed i due fratelli si divisero i compiti; Eros scagliando le frecce provocava l'innamoramento mentre Anteros proteggeva l'amore appena nato e ricambiato.
Quando Eros ed Anteros stavano insieme anche la loro statura cresceva ma quando Eros si allontanava dal fratello tornava ad avere la dimensioni di un bambino. Accadeva così che anche quando Anteros si allontanava, Eros ritornava il bambino capriccioso che scagliava le sue frecce a caso, senza preoccuparsi delle conseguenze.

rev.0 by M.L. ©ALL RIGHTS RESERVED (Ed 1.0 - 16/03/2024)