L'ultimo re assiro è entrato nella leggenda con il nome di Sardanapalo e si racconta che per quanto fu splendente di vittorie ed onori la sua vita, la sua morte ne fu quasi la negazione.
Il personaggio storico che ha ispirato la leggenda della morte di Sardanapalo è Ashur-Ban-Apāl o Assurbanipal, re degli Assiri dal 668 a.C. al 627 a.C.; di lui abbiamo la descrizione in prima persona che lo accredita com un sovrano colto ed illuminato (Iscrizione "L" righe 13-18):
Ho appreso ciò che il saggio Adapa ha portato [agli uomini], il senso nascosto di tutta la conoscenza scritta. Sono iniziato ne[lla scienza dei] presagi del cielo e della terra. Sono in grado di partecipare a una discussione in un consesso di sapienti, di discutere la serie epatoscopica con gli indovini più esperti. So risolvere i "reciproci" e i "prodotti" che non hanno soluzione data. Sono esperto nella lettura dei testi eruditi, il cui sumerico è oscuro e il cui accadico è difficile da portare alla luce. Penetro il senso delle iscrizioni su pietra anteriori al Diluvio, che sono ermetiche, sorde e ingarbugliate.
Rilievo dal palazzo di Sargon, III sec. a.C. - British Museum, Londra UK
Questo testamento morale del più potente dei re neo-assiri venne dimenticato tra la polvere di Ninive se appena due secoli dopo gli storici antichi si rivolsero a fonti orali per raccontare l'uomo, il re e gli eventi della sua vita; è accaduto così che la sua storia è divenuta la leggenda raccontata da Ctesia di Cnido secondo cui, egli fu un re d'Assiria che perso il suo regno, si ritirò a vivere con tutte le sue ricchezze a Ninive in un grande palazzo circondato da mogli e concubine. Ma Assurbanipal aveva perso il gusto di vivere e si lasciò morire.
Racconti ed aneddoti che dovevano circolare su di lui colpirono la fantasia dei greci che cominciarono a raccontarne le gesta da campione negativo per porre in rilievo la sua assenza di virtù in un'esistenza tra lussi e piaceri rispetto alla morigerata vita greca.
I primi racconti su di lui risalgono al V secolo a.C. e sono di Erodoto e di Ellanico di Mitilene, anzi fu proprio Erodoto a grecizzare il nome con cui sarebbe stato poi più conosciuto nella cultura greca ed in quelle che a questa attingono: Sardanapalo. La prima storia completa della sua vita, sebbene infarcita di curiosità e leggende, si deve a Ctesia che la scrisse nel IV secolo a.C. e fu poi la fonte per i racconti di Diodoro Siculo, Ateneo, Eusebio, Giorgio Sincello e Nicolò Damasceno. Sebbene quando Erodoto scrisse di Ashur-ben-Apal erano passati meno di duecento anni dalla sua morte già si era persa la memoria deigli eventi reali e nell'immaginario dello storico greco egli apparteneva ad un tempo molto lontano e ad una civiltà molto distante e raccontare la sua vita era un modo per esaltare i valori del nuovo mondo elladico rispetto a tutto quanto arrivava da oriente.
Conosciuto in età contemporanea come Assurbanipal in realtà il sovrano incarnava il tipo del monarca assiro, discendente dai re di etnia orientale quali furono gli assiri e prima di loro gli accadi ed ancora prima i sumeri. La loro civiltà è quella di cui si conservano le attestazioni più antiche, probabilmente anche di quelle egizie che con loro si dovettero confrontare a più riprese nel corso dei secoli e da cui furono anche sottomessi seppure per un breve periodo come fu lo stesso Ashur- ban-Apal a sottometterli per un eguale breve periodo arrivando alla massima estensione che il regno neo-assiro avesse mai raggiunto.
Assurbanipal fu il re assiro dopo il quale tutta la regione e lo stesso mediterraneo si avviarono verso la grande trasformazione che nel volgere di un millennio determinò l'assetto geo-politico di cui ancora oggi sono palpabili le conseguenze.
Il suo fu un impero ricco su cui egli regnò con mano ferma ma questo non gli fece dimenticare i piaceri della vita ai quali indulse sicuramente più per le consuetudini della sua cultura che non per inclinazioni personali. Tuttavia questi usi nel VII secolo a. C. erano molto lontani e diversi da quelli greci e così su Assurbanipal, o Sardanapalo come venne rinominato, sorsero le molte leggende soprattutto riguardo alla fine del suo regno ed alla sua morte.
Diodoro Siculo, riprendendo notizie da Ctesia, racconta che Sardanapalo fu l'ultimo di una serie di trenta re assiri che vivevano chiusi nei loro palazzi dove, protetti dalle loro guardie, conducevano una vita effeminata e viziosa. Diodoro descrive Sardanapalo come il più vizioso di tutti infatti amava vestirsi da donna, si dedicava ai lavori femminili e ai piaceri della gola e della carne. Questo indulgere nel vizio dominava la sua morale tanto che incitava i suoi sudditi a dedicarsi a tutti i piaceri della vita. Questa descrizione, che fu l'etica che gli fu attribuita divenendo l'elemento dominante per cui venne ricordato nell'antichità, deriva da una non corretta interpretazione di un'epigrafe che lo stesso Assurbanipal fece preparare per quello che doveva essere iil suo monumento funebre. Se le testimonianze letterarie assire e i rinvenimenti archeologici hanno dimostrato come la lista dei re assiri sia diversa da quella indicata da Diodoro e come l'ultimo re di Assiria sia stato Ashur Uballit II, un figlio di Sardanapalo, che morì nel 609 a.C dopo essere stato sconfitto più volte ed il regno conquistato dai medi e babilonesi, anche l'etica a cui avrebbe conformato la sua vita alla luce delle nuove conoscenze sulla cultura assira deve essere rivalutata.
La leggenda più diffusa sembra sia quella legata ad un racconto fatto da un satrapo di nome Arbace govcvernatore della Media che si recò in udienza dal suo re come dovceva essere consuetudine per i funzionari del regno. Questo funzionario all'interno del palazzo di Ninive vide che il re aveva inclinazioni sessuali peccaminose - secondo l'etica che gli viene attribuita da tardi cronisti greci - e come passava le sue giornate preferendo i "piaceri della carne" alle attività di governo. Sembra che Sardanapalo vivesse chiuso nel suo palazzo ed amasse indossare abiti femminili e traesse gioia dallo svolgere anche i lavori da donna ma, a queste debolezze inaccertabili in un sovrano egli aggiungeva una amore smodato per il cibo e passioni carnali indicibili.
Eugene Delacroix. La morte di Sardanapalo, 1817 – Museo del Louvre, Parigi FR
Scandalizzato Arbace decise di non obbedire più al suo re e, dopo aver conquistato il favore di un sacerdotre caldeo di nome Belesys a cui promise di divinire re di Babilonia se lo avesse aiutato, fomentò una rivolta che riuscì a fare breccia anche in altri territori oltre il suo. Sardanapalo fu costretto a difendersi ed affrontare lo scontro nel quale uscì vincitore di tre battaglie. Certo di aver ormai vinto sul suo oppositore il re tornò alla sua vita di piaceri ma Arbace si riorganizzò e, quando un'inondazione dell'Eufrate abbatte e portò via un tratto delle mura di Ninive, diede nuovamente l'assalto al palazzo reale sconfiggendo i guerrieri di Sardanapalo che, vistosi ormai sconfitti, fece preparare una grande pira su cui si fece ardere conil suo harem e tutti i suoi tesori. Oltre questa esiste un'altra versione della morte di Sardanapalo che coinvolge Arbace ed è di Duride di Samo. Secondo il suo racconto Arbace quando l'Eufrate fece crollare un tratto delle mura, penetrò a Ninive con i suoi guerrieri e mentri questi si battevano con le guardie del re, il generale medo entrò nell'harem dove Sardanapalo travestito si nascondeva fra le concubine e con l'aiuto di un eunuco riuscì ad individuarlo per poi ucciderlo trafiggendone il petto con un pugnale. Esiste una variante della leggenda secondo cui Arbace entrò nell'harem ed aiutato da un eunuco riuscì a fare il re prigioniero. Lo portò come prigioniero in Media e lì il re si lasciò andare ad ogni genere di "mollezze" finchè disgustato ed annoiato dalla vita organizzò la sua morte nel fuoco insieme a tutte le sue concubine. Questa morte leggendaria è il tema di un famoso dipinto di Eugene Delacrois conosciuto come "La morte di Sardanapalo". (continua)
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