Eros

In Beozia esisteva il tempio più antico dedicato al culto del Dio Eros e lì i fedeli lo veneravano nella sua forma primigenia, un fallo simbolo della sua potenza generatrice; quando i popoli pre-ellenici persero la propria autonomia anche il loro dio della forza generatrice cambiò forma e divenne un bambino, un dio in cui le forze originarie ancora non hanno trovato espressione compiuta.

Eros su kous attico V secolo a.C. – Walter Art Museum, Baltimora USA

Eros su kous attico V secolo a.C. – Walter Art Museum, Baltimora USA

Il novero di Eros tra le divinità primordiali viene confermato anche da Esiodo che così lo presenta nella Teogonia:

"Dunque, per primo fu Caos, e poi
Gea dall'ampio petto, sede sicura per sempre di tutti
gli immortali che tengono la vetta nevosa d'Olimpo,
e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade,
poi Eros, il più bello fra gli immortali,
che rompe le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli uomini
doma nel petto il cuore e il saggio consiglio."

Il Dio Eros di Esiodo nasce dopo Caos, l'ampio spazio dove troverà posto tutto quanto seguirà, dopo Gea la prima entità che contiene il tutto e dove i femminino ed il mascolino sono indistinti, ed infine Eros che rappresenta la forza generatrice dell'universo. Il principio di generazione che Eros è capace di insinuare in ogni sostanza agisce anche con le entità primordiali e così, per intercessione di Eros, Caos genera l'Erebo e la Notte, e la Notte genera l'Etere ed il Giorno. Anche Gea soggiace ad Eros e da sola da vita al cielo, Urano che nella sostanza è il suo doppio; la nascita di Urano è la divisione dell'unità che finchè rimaneva chiusa in Gea non poteva esprimere tutte le espressioni che nell'uno sono comprese. Le nuove entità prendono però forma dall'unione di Gea ed Urano, i due opposti senza i quali nulla diviene.
Ma l'unione di Gea ed Urano è solo necessaria per andare oltre; il confronto degli opposti deve ancora caricarsi di altri significati ed altri valori e rimane oscuramente celato in Gea.
La grande Dea Gea, la Madre Terra, soffre per quegli opposti che la agitano, per i figli di Urano che non riesce a partorire e che tutti insieme vivono in lei, i próteroi theoí : Oceano, Iperione, Ceo, Crio, Giapeto, Mnemosine e per ultimo Crono. Fu il più giovane dei figli che, forse indotto dall'hybris che altro non è che un motore di eventi anche nel sovrannaturale, ma anche dalla sua stessa madre, si sporse da lei e con un falcetto evirò Urano e finalmente i suoi fratelli, i Titani poterono nascere ed ognuno ebbe il proprio regno. Era iniziata la differenziazione di genere.
Le origini di Eros come divinità non sono però descritte da tutte le fonti antiche; Homeros che si ritiene coevo di Esiodo, per esempio non lo presenta come una divinità ma piuttosto come la manifestazione di una forza che è sicuramente soprannaturale, un evento di per sé prodigioso.
La natura di Eros cambierà profondamente quando saranno i Titani a prendere il controllo dell'universo; quando Crono su istigazione di Gea castra il padre Urano e ne getta i genitali nel mare, lo sperma che fuoriesce feconda la spuma del mare e da questa nascerà Afrodite, la dea dell'amore e poi madre di Eros che non è più un trotterellante bambino ma un giovinetto che sbircia la vita.

Afrodite nacque e adagiata su una conchiglia venne spinta da venti leggeri finchè, in tutto il suo splendore, prima si appressò alla sacra Citerea, poi a Cipro cinta dal mare e ad accoglierla trovò Eros.
Ancora una diversa versione del mito di Eros, della sua nascita e del suo carattere l'ha lasciata Platone che fa raccontare la storia dalla voce di Socrate, che a sua volta riportava le parole di Diotima di Mantinea.

Statua in bronzo di Eros addormentato in terra, III-II sec. AC

Statua in bronzo di Eros addormentato in terra, III-II sec. AC

La nascita di Eros segue quella di Afrodite perchè al banchetto in cui gli dei festeggiarono la nascita della dea della bellezza e della sensualità, Poros il dio dei passaggi e delle possibilità si ubriacò e stordito dal vino finì con l'addormentarsi nel giardino dell'OLimpo; lì lo vide Penia che, espressione massima del bisogno e della povertà, non venne neanche invitata perchè non avrebbe avuto le vesti adatte.
Per colei che non avrebbe potuto avere nulla, neanche un figlio l'occasione era unica e Penia approfittò di Poros ubriaco; da quell'unione nacque Eros e Socrate così lo descrive:

"Amore non è né bello né delicato, come pensano molti, ma a somiglianza della madre è duro, scalzo, peregrino, usa dormir nudo per terra e con la miseria sempre in casa. Come suo padre invece, insidiatore dei ricchi, coraggioso, audace, risoluto sempre pronto ad escogitare nuovi trucchi per sopravvivere e inventore di trappole ..."

Eros che cavalca i delfini. Mosaico pavimentale fine II secolo AC – Isola di Delos, Cicladi GR

Eros che cavalca i delfini. Mosaico pavimentale fine II secolo AC – Isola di Delos, Cicladi GR

Eros per i greci non ha niente a che fare con l'amore come l'intendono i moderni; tra i valori della Grecia antica nessuno è in relazione ad Eros/Amore che anzi è ingovernabile anche da sua madre Afrodite che per frenarne le "biricchinate" deve spesso batterlo con un sandalo.
Una bella rappresentazione di Afrodite che picchia Eros si trova in un mosaico parietale di una villa del tardo impero in cui Eros dopo aver compiuto le sue biricchinate è trattenuto dalla Castità mentre Afrodite si appresta a punirlo.

Eros punito da Afrodite, mosaico parietale VI secolo d.C. - Madaba, Giordania

Eros punito da Afrodite, mosaico parietale VI secolo d.C. - Madaba, Giordania

Per molto tempo il mito di Eros fu strettamente connesso con quello di Afrodite, tanto che ancora nel Symposio Platone affermerà che non c'è Afrodite senza Eros e, per esatta corrispondenza, non c'é Eros senza Afrodite.

Eros, terracotta dall'isola di Aegina III secolo aC – Museo di Tolosa FR

Eros, terracotta dall'isola di Aegina III secolo aC – Museo di Tolosa FR

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