Leda e il cigno

Molte furono le passioni che assalirono Zeus, il re degli dei olimpici, ed una tra le più note è quella per Leda, la regina di Sparta, moglie di Tindaro. Leda era figlia di Testio, il re dell'Etolia, e di Cleobea, sacerdotessa di Demetra, ed andò sposa a Tindaro il re di Sparta; la loro unione nasceva sotto buoni auspici e fu feconda e nacquero Timandra e Filonoe ma Leda era bellissima e scatenò la passione in Zeus. Della storia di Leda e di come Zeus la ingannò pur di giacere con lei hanno scritto i mitografi greci antichi ed anche i tragedi perchè i suoi figli furono strumento di eventi che cambiarono il destino del mondo ed è forse per questo che la sua storia è stata raccontata da molti poeti, storici e tragedi e tra questi Omero, Ateneo, Eratostene, Pausania, Pindaro, Apollodoro, Euripide ma anche da Lattanzio ed Igino anche con versioni diverse di cui la più nota rimane quella raccontata da Omero nell'Iliade.

Leda e il cigno. Ceramica a figure rosse del cosiddetto Pittore del Louvre, 350 a.C. -  Paul Getty Museum USA

Leda e il cigno. Ceramica a figure rosse del cosiddetto Pittore del Louvre, 350 a.C. - Paul Getty Museum USA

Ma il mito di Leda è più antico. Nei miti pre-ellenici, quando l'ordine sociale era assicurato dal genere femminile, Leda era la ninfa originaria, la madre che inseguiva il suo paredro , colui che doveva sederle accanto, un compagno che riceveva venerazione ed onori al suo pari anche se il suo destino era segnato nel momento stesso in cui veniva scelto, doveva morire alla scadere dell'anno. Il paredro cercava di sfuggire alla dea cambiando l'aspetto, trasformandosi più volte prima in leone, poi in capra, cavallo, serpente e per ultimo vitello, ma la dea ninfa trasformandosi a sua volta lo catturava ogni volta finchè questo si piegava alle trasformazioni stagionali sino al solstizio d'estate dove si compiva il suo destino e, finito il suo ciclo annuale, immolato e divorato infine veniva sostituito da un nuovo paredro.
Quando la società cambiò e con gli Elleni la sua organizzazione divenne patriarcale, le parti vennero invertite; era la dea a fuggire e cercare di salvarsi trasformandosi ma Zeus, il paredro diventato lui re sacro, la inseguiva trasformandosi a sua volta ed infine la costringeva ad accoppiarsi.
L'unione tra il re sacro e la dea arcaica era l'evento da cui far discendere alcuni dei miti fondanti della nuova civiltà portata dagli elleni; ed allora il primo passo fu riportare all'origine delle storie l'uovo che se prima conteneva Fanete, colui che rivela, la potente divinità primordiale ora proteggeva la formazione di creature destinate ad influire sul cammino dei popoli. Il secondo passo fu trovare la coppia che poteva generare l'uovo e a questo fine la divinità deputata doveva essere il re degli dei, Zeus che ricorreva alla metamorfosi per poter soddisfare la sua passione, metamorfosi in cui era coinvolta anche la femmina, donna o dea che fosse. La metamorfosi in animale doveva necessariamente essere in un uccello, una classe di vertebrati che è ovipara e quella che più di ogni altra ha una dimensione "celestiale" la sola che poteva rappresentare la divinità che nei cieli aveva il suo ambito.

Leda con l'uovo deposto da Nemesi, pelike a figure rosse attribuito al pittore Nikias, fine V secolo a.C.- Museo Archeologico di Napoli IT

Leda con l'uovo deposto da Nemesi, pelike a figure rosse attribuito al pittore Nikias, fine V secolo a.C.- Museo Archeologico di Napoli IT

Da questa rivisitazione del mito nasce una versione arcaica della trasformazione di Zeus in cigno che, dopo aver inseguito non la ninfa Leda ma la Dea Nemesi che aveva assunto la forma di un'oca, riesce infine a violarla nel tempio di Ramnunte. Nemesi depose poi un uovo che abbandonò in boschetto dove fu trovato da un pastore che lo donò a Leda la regina di Sparta. Leda tenne con sè l'uovo finchè si schiuse e nacque Elena che venne allevata dalla regina. In uno scolio dell'Inno ad Artemide al v. 232 che riprende la versione della schiusa dell'uovo, accettata proprio a Ramnunte in Attica, secondo cui oltre ad Elena nacquero anche i Dioscuri. La nascita di Elena dall'uovo deposto da Nemesi per essere poi cresciuta come una donna da Leda pare realizzare una cesura tra il mondo delle divinità celesti ed il mondo degli umani. Di questa connessione erano ben consci anche gli antichi tanto che nella base della statua di Nemesi a Ramnunte, opera di Agorakritos, nel fronte del piedestallo è rappresentata la presentazione di Elena in una scena dove è Leda che accompagna Elena alla presenza di Nemesi.
La mitologia greca è però una somma di racconti dove le vicende si trasformaano al susseguirsi degli eventi storici e così anche il mito di Leda ed il cigno ha innumerevoli versioni la cui diversa fortuna dipese da come vennero diffuse e da come vennero usate dalle caste sacerdotali se ne appropriarono.

Leda e il cigno, affresco in Pompei ITA

Leda e il cigno, affresco in Pompei ITA

Le trasformazioni ora di Nemesi, ora di Zeus raccontano di trasformazioni rituali che rimandavano nella sequenza a ciò che era rappresentato nella ruota, un oggetto che indica e definisce la dea della giustizia nel suo compito di conservazione dell'ordine cosmico e compensazione degli opposti. I riti di trasformazione appaiono così come riti di iniziazione dove le diverse forme che gli adepti via via dovevaano assumere nel loro cammino spirituale verso la conoscnza rappresentavano, attraverso gli animali totem, le virtù da acquisire.
Una interpretazione diversa è quella che vede Leda, da cui nacquero i gemelli Dios Kouroi ma anche le gemelle Clitennestra ed Elena, come un doppio di Letò nome dorico di Latona che avrebbe partorito a Zeus i due gemelli Apollo ed Artemide. Letó è Kourotróphos, è una madre e la sua figura resta legata la momento del parto tanto che nell'iconografia classica è spesso rappresentata nsieme ad Ilizia, la dea che dona la sua protezione alla donna che mette al mondo un figlio. (continua)

Prima parte: rev.0 by M.L. ©ALL RIGHTS RESERVED (Ed 1.0 - 11/12/2024)