Santuario di Delphi

In età micenea alcune città dell'Attica riconoscendo di condividere il culto delle loro divinità decisero di erigere un santuario in cui avrebbero celebrato insieme i riti del culto delle divinità in comune. La tradizione racconta che fu Anfizione, il terzo mitologico re di Atene, discendente da Decaulione e Pirra e quindi da Zeus stesso, che dopo aver dato in onore di Athena il nuovo nome alla città fondò una lega con il fine di dare alle comunità tra loro vicine un unico santuario dove svolgere i riti propri dei culti delle divinità riconosciute come comuni.

Delphi. Tesoro degli Ateniesi 510-480 BCE

Delphi. Tesoro degli Ateniesi 510-480 BCE

Secondo un'altra versione della leggenda la lega venne fondata poco prima dell'inizio della guerra di Troia per proteggere il Tempio di Apollo a Delfi e quello di Demetra ad Antela nei pressi delle Termopoli. Secondo questa interpretazione il santuario sarebbe stato fondato nel XIII secolo a.C. ma la ricerca archeologica ha spostato la presenza di tracce di civiltà al XV secolo a.C. e statuette di arte micenea confermano il culto della Grande Madre.
L'etimologia del nome Delphi sembra confermare quanto i mitografi hanno raccontato. Il termine arcaico per indicare il sito era Delphoi che ha la stessa radice della parola greca delphys il cui significato è “utero” e quindi rimanderebbe al corpo di Gea, o Gaia, la madre terra a cui in origine il santuario era dedicato e che sarebbe stata scalzata dal sito da Apollo quando la Grecia venne conquistata dai micenei.
Attestazioni archeologiche indicano che il culto arcaico alla dea veniva celebrato all'aperto come all'aperto, secondo Eschilo era il manteion, il luogo dove l'oracolo svolgeva il suo rituale mentre Plutarco riferisce che già dall'età micenea esisteva uno hieron dedicato a Gaia.
Attestazione inconfutabile della dedica pre-apollinea del santuario alla dea è un'iscrizione del nome di Gaia sul basamento in calcare di una statua risalente al V secolo a.C. Anche Aristonoos ricorda una dea come divinità arcaica di Delphi ed è Hestia che nel suo Inno definisce: Colei che possiede in eterno il dominio sull'Olimpo e sull'omphalos nei recessi della terra, e sull'alloro pitico. Ma non è il solo, anche nell'Inno Omerico si riconosce la presenza di Hestia a Delphi: Hestia, tu che curi la sacra casa del Signore Apollo, Colui che colpisce da lontano, nella divina Pito, con dolce olio che sempre gocciola dalle tue chiome ...
Per quanto attiene alla vicenda mitica dell'insediamento dell'oracolo nell'Inno Omerico ad Apollo si racconta che Apollo da Creta arrivò a Delphi sotto forma di delfino – fornendo così una diversa spiegazione etimologica sull'origine del nome - ed aveva sulla groppa i sacerdoti a cui avrebbe affidato il santuario dopo aver scacciato Python, il serpente che proteggeva l'Omphalos.
L'Omphalos, in greco antico ὀμφαλός parola che significa “ombelico”, era un grande simbolo per gli antichi greci e il suo significato cambiava nelle diverse versioni della fondazione del santuario; nella versione più antica era lo strumento con cui Gaia o Grande Madre irradiava la sua saggezza e protezione del mondo, era il canale di comunicazione tra la divinità e gli uomini; nella versione in cui il santuario è dedicato agli dei olimpi l'Omphalos di Delphi e strettamente connesso con Rhea ed il suo stratagemma per salvare i suoi figli ed eliminare il marito titano che ingoiava i loro figli. Secondo il mito quando Zeus fece bere al padre Crono la pozione che gli fece vomitare i figli che sua moglie aveva partorito, il titano vomitò anche la pietra che Rhea gli aveva fatto ingoiare al posto di Zeus neonato e dopo aver sconfitto il padre, Zeus volle che venisse costruito un santuario nel sito dove la pietra era caduta sulla terra, quella pietra venne indicata come omphalos, l'inizio di un nuovo ordine delle cose.

Omphalos di Delphi, VIII secolo a.C. - Museo Archeologico di Delphi EL

Omphalos di Delphi, VIII secolo a.C. - Museo Archeologico di Delphi EL

Il santuario di Delfi nella realtà storica non fu il primo sito in cui i popoli della Grecia arcaica si recavano per celebrare il culto delle divinità comuni; prima di Delfi il santuario della lega era quello dedicato a Demetra alle Termopili presso Antela. Fu in un secondo tempo che il santuario di Apollo a Delfi divenne il sito in cui i popoli si incontravano due volte ogni anno e alternativamente alle Termopili o a Delfi tanto che la lega è conosciuta come pilaico-delfica. In età storica i popoli appartenenti alla lega furono dodici: tessali, beoti, dori, ioni, perrebi, dolopi, magneti, locresi, etei, ftioti, maliesi, focesi. Si riunivano per prendere decisioni importanti sia di carattere religioso che politico ed ognuno di loro aveva diritto a due voti. Poteva accadere che questi popoli fossero in guerra tra loro e, poiché appartenevano alla stessa anfizionia, gli scontri venivano sospesi durante le solenni festività religiose.
Per la sua natura di santuario condiviso dei popoli greci il suo territorio fu per questo considerato zona neutrale e per questa stessa ragione le città stato s contesero il controllo sul santuario perché esserne i “protettori” significava imporre la propria egemonia sulle altre città. Così fu per Atene che nel corso del V secolo a.C. prese in corrispondenza della sua politica espansionistica sull'egeo, di avere il controllo sulle manifestazioni e festival che si tenevano a Delphi.
Altra importante costruzione lungo la via sacra del santuario è l'altare dedicato ad Apollo che gli abitanti di Chio costruirono nel IV secolo a.C. e che rimase visibile almeno fino al V secolo d.C. Quandogli imperatori di Costantinopoli vietarono tutti i culti non cristiani. Tuttavia fino ad allora era stato concesso agli abitanti di Chio un diritto particolare, la Promanteia, ovvero un diritto di precedenza nel poter rivolgere interrogazioni all'oracolo.
Nel corso del tempo le città che si riconoscevano come appartenenti alla lega per imporre la propria influenza sulle regione e sulle aree limitrofe, tentarono di porre il santuario sotto il proprio controllo. Questi confronti furono anche molto violenti tanto da far scoppiare delle guerre dette sacre; chi aveva la supremazia militare della Grecia voleva essere il protettore del santuario di Delphi. Il santuario in quanto riconosciuto come proprio da tutte le città dell'anfizionia pilaico-delfica divenne il luogo dove furono promosse consuetudini comuni di molte città greche e non solo.

Santuario di Delphi. Tempio dell'oracolo. Delphi EL

Santuario di Delphi. Tempio dell'oracolo. Delphi EL

Anche Strabone ha voluto lasciare la sua descrizione del santuario nel Libro IX del suo Geographika e ne tratta accomunandolo per importanza a quelli di Dodona e di Olimpia. Lo storico illustra le ragioni dell'importanza del santuario identificandole nella sua arcaicità, nella numerosità degli oracoli che furono dati e nella presenza di un evento ricorrente di grande importanza i Giochi Pitici, secondi solo a quelli di Olimpia. (continua)

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