Teseo

Quando Atene si affermò come una delle più importanti città della Grecia i mitografi riscrissero la storia dell'eroe umano che aveva posto le premesse della sua grandezza perché avrebbe meritato di sedere tra gli dei olimpici al pari di Herakles, Theseos. Gli aedi cantavano che era stato lui a fare di nove comunità dell'Attica, insediate nelle valli ove scorreva il Kephissós, un unico popolo, a farli riconoscere in valori ed aspirazioni comuni tanto da vivere nella stessa città, Atene.

Teseo, particolare da Teseo e il centauro di Antonio Canova – Gypsotheca Museo Canova, Possagno Treviso IT

Teseo, particolare da Teseo e il centauro di Antonio Canova – Gypsotheca Museo Canova, Possagno Treviso IT

Della vita e delle imprese leggendarie di Teseo raccontò Plutarco che raccogliendo la tradizione ionica lo considerava fondatore di Atene così da affermare, nelle Vite Parallele, che egli fu al pari di Romolo il fondatore di Roma; entrambi erano stati concepiti fuori dal matrimonio, entrambi avevano un padre divino, entrambi rapirono le donne con cui si accoppiarono ed ebbero forti contrasti con i loro sudditi.
Plutarco, considerato la fonte più completa per la vita di Teseo, raccolse ed ordinò un materiale molto ricco che raccolse a partire dai classici Omero, Esiodo, Archiloco, Pindaro, Simonide, Eschilo ed Euripide, dai filosofi Dicearco ed Aristotele, da eruditi come Diodoro il Periegeta, dai mitografi più antichi come Andron di Alicarnasso, Ferecide, Ione di Chio, fino a gli storici locali Erea di Megara, Paion di Amatunte, Erodoro Pontico, Menecrate e agli attidografi Bion, Cleidemo, Demon, Ellanico, Filocoro, Istro. All'elenco deve essere aggiunto l'autore anonimo del Teseide nonchè altri storici megaresi e altri scrittori non meglio specificati.
La madre di Teseo fu Etra, figlia dell'illuminato re di Trezene e promessa sposa di Bellorofonte il cui destino si era già compiuto quando aveva involontariamente ucciso suo fratello e per questo fu costretto all'esilio. D'altra parte Pitteo che aveva promesso Etra a Bellerofonte molti anni prima, non si rassegnava ad avere una figlia che se pur promessa era in realtà priva di uno sposo e quindi di prole, un nipote che avrebbe potuto ereditare il suo trono. Quello era ancora il tempo in cuigli elleni non avevano completamente cambiato le regole sociali dei popoli sottomessi e il potere si trasferiva in linea femminile anche se ormai a detenerli era un re, quello che nel millennio precedente era il paredro della regina.
Accadde poi che Egeo, re di Atene, - durante il suo viaggio di ritorno da Delfi, dove aveva consultato l'oracolo per avere indicazioni su cosa fare per avere un figlio visto che le due mogli che aveva avuto non gli avevano dato figli -, si fermò a Trezene ed ebbe l'ospitalità del re Pitteo a cui confidò le sue preoccupazione; Pitteo capì che avrebbe potuto avere uno sposo per sua figlia ed anche se la Pizia aveva detto ad Egeo di non avere rapporti sessuali finchè non fosse rientrato ad Atene se non voleva morire di dolore, forse riscaldato dal vino il re di Atene non rifiutò il suggerimento di Pitteo che lo invitò ad unirsi a sua figlia Etra. Ma poichè gli dei avevano altri disegni, Athena mandò un sogno ad Etra che lasciò il letto di Egeo, ubriaco alla fine del banchetto, e salita su una barca raggiunse l'isola di Sferia poco distante da Trezene per portare un'offerta sulla tomba di Sfero, colui che era stato l'auriga di Pelope. Qui Etra si unì a Poseidone e secondo Plutarco fu con il dio che concepì un figlio.
Da quella notte in cui Etra giacque con Egeo, ma anche con Poseidone, nacque un bambino a cui venne dato il nome di Theseos e venne allevato nella casa di Pitteo perché Egeo tornò ad Atene ma prima di partire sollevò una pesante roccia e pose al di sotto un suo sandalo ed una spada e disse ad Etra che se dalla loro unione fosse nato un figlio, questo quando divenuto grande se voleva per sè il trono di Atene, avrebbe dovuto alzare la roccia, prendere il sandalo e la spada e con quelli farsi riconoscere e rivendicare il suo diritto di regnare su Atene.
Per chi era destinato ad essere re venne scelto un nome greco arcaico per il quale si ipotizza un etimo derivato da "tithemi" con il significato di collocare, mettere, istituire , quindi un nome "parlante" per colui che ha avuto dal fato il compito di riunire le comunità peloponnisiache. Nel suo racconto Plutarco propone che derivasse da "thesis", ovvero "deposito", ricollegandolo ai segni di riconoscimento lasciati da suo padre Egeo, ma riporta anche che il nome gli venne imposto ad Atene dopo che Egeo lo riconobbe (theménou) come figlio.
Plutarco racconta che Theseus rimasto a Trezene quando ebbe l'età per iniziare la sua educazione venne affidato a Konnidas, un pedagogo oltre che un maestro di atletica.
Quando Teseo ebbe superato l'età della fanciullezza si recò, come consuetudine di tutti i giovani greci, a Delfi per offrire i suoi capelli al Dio Apollo ma, diversamente dagli altri si tagliò solo i capelli davanti lasciando intonsa la chioma sulla nuca al modo degli Abanti, un popolo che abitava l'Eubea e che usava radersi solo quei capelli per offrire meno appigli a nemico nei duelli in battaglia.
Intanto passarono altri anni e Teseo divenne un giovane uomo forte e valoroso, solo allora Etra giudicò che fosse il momento di mostrargli dove il padre aveva lasciato le cose con cui avrebbe potuto farsi riconoscere.

Laurent de la Hyre. Theseos e Etra 1636 – Museo delle Belle Arti di Budapest HU

Laurent de la Hyre. Theseos e Etra 1636 – Museo delle Belle Arti di Budapest HU

Teseo si sentì di seguire il suo destino ed allora accompagnato da sua madre Etra si reco al masso sotto cui Egeo aveva lasciato i simboli della sua regalità. Senza alcuno sforzo il giovane alzò il masso, ne trasse la spada che impugnò ed il calzare che indossò e iniziò il cammino verso Atene.
Ma la strada che conduce agli onori presenta delle prove e così Teseo, al pari di Herakles, dovette superare gli ostacoli che incontrò lungo il suo cammino. Ma non era solo il percorso di vita tracciato dal destino che accomunava i due eroi quanto e forse soprattutto la stessa ascendenza perché Theseos ed Herakles erano cugini figli di due fratelli divini, il primo di Poseidone ed il secondo di Zeus, ed ancora Pitteo, nonno di Teseo, e padre di Eetra, era figlio Pelope e Ippodamia al pari di Lisidace la cui figlia era Alcmena madre di Herakles; senza ombra di dubbio gli eroi erano parenti sia in linea umana che divina.
Per andare da Trezene ad Atene si potva scegliere tra la via marittima, più veloce e sicura, e quella terrestre, una strada costiera infestata da mostri e briganti che derubavano e uccidevano i viaggiatori; Teseo scelse la via terrestre perché voleva che quella strada fosse sicura per gli abitanti ed allora toccava a lui eliminare i pericoli.

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